Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo

Almeno tu nel Multiverso

Almeno tu nel Multiverso - Immagine: 1
compagnia: Aparte
di: Gianluca Di Lauro
drammaturgia: Gianluca Di Lauro e Ulisse Romanò
coautore: Ulisse Romanò
cast: Gianluca Di Lauro, Ulisse Romanò
regia: Gianluca Di Lauro, Ulisse Romanò
coreografia: Gianluca Di Lauro, Ulisse Romanò
in collaborazione: Industria Scenica, Campsirago Residenza, Teatro Petrella di Longiano (Cronopios)
durata: 90 minuti
Almeno tu nel Multiverso
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Scheda tecnica

In questo titolo giocoso, tipicamente in stile Nina’s, ci sono gli elementi basilari che costituiranno la messa in scena: una poetica, quella drag, esplorata dalla compagnia che fonda i suoi principi nell’arte en travesti e nella assidua frequentazione del pop e del melodramma, un tema frontiera di ricerca scientifica ed umanistica, uomini e donne in cerca della libertà d’amare in una società che ancora non li include.

Le Nina’s, come noto, hanno studiato per anni la maschera della drag queen, moderno clown, sperimentandola dapprima nel genere della rivista e, poi, con i classici del teatro, intuendone una possibile collocazione, azzardata, ma, riscontri alla mano, molto calzante.
Poi arriva una pandemia che le chiude per un po’ in casa, offrendo però un tempo di ricerca. Un tempo importante, non trascurabile, rispetto a quanto normalmente la  vita frenetica che conduciamo ci concede. In quel lasso di tempo le Nina’s inventano Drag Evolution, un percorso sperimentale che le porta a confrontarsi con nuovi media e,  soprattutto, col concetto stesso di evoluzione. In questa finestra spazio temporale le Nina’s trovano stimoli per mettere a confronto la storia della maschera che indossano, e più in generale la storia della cultura queer, con l’evoluzione degli esseri umani e della società in cui vivono. Studiano la storia del movimento LGBTQI+, il comportamento del regno vegetale, giocano a guardare il mondo attraverso gli occhi vergini, ma non troppo, di una drag queen, rivelando sorprendenti letture di ciò che la scienza può insegnarci. E’ in questo percorso che si inserisce il nuovo progetto Almeno tu nel Multiverso.

Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere
(Galileo Galilei)

Promettimi che mi truccherai quando morirò
(Marilyn Monroe)


Si stima che la vita sulla terra abbia inizio tra i 4,4 e i 2,8 miliardi di anni fa ma solo 20 milioni di anni fa compaiono i primi ominidi.
Per sviluppare un linguaggio ci impiegano 19,8 milioni di anni e imparano a parlare 200.000 anni fa, poco dopo essersi evoluti nell’homo sapiens.
Tra i 37.000 e i 5.000 anni fa gli esseri umani sperimentano una matematica rudimentale.
8000 anni fa scoprono l’agricoltura liberando tempo e risorse e i risultati non tardano ad arrivare.
La matematica moderna nasce 2600 anni fa, grazie a Talete e Pitagora, nel 600 a.C, solo 400 anni dopo l’invenzione della scrittura avvenuta in Mesopotamia, 3000 anni fa.
Poco dopo, nel primo secolo a.C., Cleopatra inventa il make-up, potrebbe sembrare irrilevante ai più, ma per noi è un dato molto sensibile, della stessa epoca è anche l’invenzione delle parrucche adottate da Egizi e Romani.
Nel 100 d.C. Tolomeo mette la Terra al centro dell’Universo, sbagliando alla grande, ma i grandi errori sono importanti tanto quanto lo sono le grandi scoperte.
Circa 1500 anni dopo, Copernico, un sacerdote, intuisce che al centro dell’Universo è meglio mettere il Sole, ma si guarda bene dal divulgarlo finché non sarà sul punto di morte, conscio di poter essere perseguitato in quanto eretico.
Ha più coraggio Galileo Galilei pochi anni dopo, nell’affermarlo e nel far nascere fisica classica e scienza moderna col metodo sperimentale, al costo di un’abiura, ma la  storia svolta.
Nel diciottesimo secolo il make-up vive una stagione d’oro, grazie alla Regina Elisabetta che adotta un look bianco porcellana, lasciando successivamente a Maria Antonietta il ruolo di innovatrice con l’introduzione del rosso sulle labbra, una botta di vita non indifferente. Vanno alla grande anche le parrucche, rilanciate, sorpresa, da un uomo, Luigi XIII.
La nascita del contouring è invece attribuita al truccatore di Marilyn Monroe, Allan Snyder, in arte Whitey, per assottigliare il viso, ma bisogna attendere gli anni ’50 del secolo scorso. Nel frattempo, pochi anni prima, nasce la fisica moderna, per antonomasia associata alla teoria della relatività di Einstein, e che comprende, tra le altre scienze, la fisica nucleare, l’astrofisica, la fisica dei sistemi complessi e la teoria della meccanica quantistica formulata da Heisenberg nel 1925. Nello stesso anno si spegne William Dorsey Swann, uomo di colore afro americano, nato schiavo, inventore dei primi drag ball della storia, ovvero incontri danzanti per persone dello stesso sesso en travesti. William passò la vita tra le carceri e le piantagioni del Maryland e, resistendo ad un arresto, diventò il primo attivista LGBT della storia noto alle cronache.
Nel 1957 Hugh Everett III da Princeton teorizza per primo in maniera rigorosa l’esistenza di infiniti universi paralleli che coesistono, ovvero una tra le più affascinanti teorie  fisiche contemporanee: quella del Multiverso, il cui precursore può essere considerato Giordano Bruno, che, nel 1600, finì sul rogo per aver parlato di infiniti mondi creati da un Dio infinito.
Negli anni ’90 del ‘900, verso la fine del secolo più straordinario che la scienza abbia mai conosciuto, nasce anche la teoria queer, che ripostula i concetti di identità di genere e orientamento sessuale, nel tentativo di superare il binarismo di genere.
Così come il dualismo onda particella rivoluziona il pensiero Newtoniano affermando che la  materia è sia onda che particella, la  teoria queer ci dice che non si è soltanto maschi o femmine, eterosessuali o omosessuali, aprendo un nuovo modo di osservare l’essere umano e i suoi comportamenti che fino a pochi decenni prima erano nascosti, invisibili, eretici.
Questi corpi eretici e politici hanno iniziato ad uscire dagli armadi e a mettersi in marcia dal 1969, dai moti di Stonewall, quando un gruppo di drag queen, o meglio di travestite, si ribellò ai continui soprusi da parte della polizia in un bar newyorkese.
Ecco, se pensiamo a tutto questo e per un attimo chiudiamo gli occhi, ci pare importante riconoscere che l’evoluzione è un processo faticoso, lungo, fatto di lunghissime attese e strappi rapidissimi che rivoluzionano tutto, un processo inarrestabile e dal quale non dobbiamo essere spaventati, ma, al contrario, dal quale trovare il coraggio di svelare l’invisibile.

Andremo in sala prove avendo approfondito questi temi, grazie al confronto con matematici, fisici, filosofi della scienza, teorici queer, raccoglieremo fonti e tracce di scrittura.
Nella conduzione dei lavori omaggeremo il metodo sperimentale, procederemo per teorie   che verificheremo con esperimenti teatrali.
Elaboreremo drammaturgie e le testeremo per verificarne le potenzialità, diluiremo tra settembre e dicembre le fasi di studio e scrittura, chiuderemo il testo a gennaio e proveremo fino alle anteprime e debutti primaverili.
L'intento è di giocare, con rigore, fra divulgazione scientifica e invenzione teatrale, salvaguardando quello spazio di libertà necessario a far brillare l'intensità della nostra maschera, nel nostro multiverso di elezione: il palcoscenico.
Nei mesi autunnali è previsto anche un laboratorio di studio aperto dal titolo Figli delle stelle nel quale indagheremo il tema con allievi e allieve.