Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo

A scuola - FU STELLA - dai 10 anni

A scuola - FU STELLA - dai 10 anni - Immagine: 1
compagnia: Contart
di: Alice Beatrice Carrino
tratto da: Fu Stella di Matteo Corradini
drammaturgia: Matteo Bittante
coautore: Matteo Bittante
cast: Alice Carrino, Matteo Corradini
regia: Matteo Bittante
coreografia: Alice Carrino
durata: 55 minuti
A scuola - FU STELLA - dai 10 anni
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Scheda tecnica

Spettacolo a scuola - dai 10 anni

Date disponibili: data da concordare dal 10 al 20 gennaio 2025 e dal 2 febbraio all'8 marzo 2025

Per prenotare lo spettacolo, compila il form (attivo dal 2 settembre): https://forms.gle/qiudgvPnnNaNJHz47

Ulteriori informazioni allo 02 67397822 (AGIS lombarda) oppure scuola@agislombarda.it
 

Sinossi:
"Che cosa hai fatto prima?" È questa la domanda che introduce la performance tratta dal libro di Matteo Corradini, *Fu Stella*, una raccolta di filastrocche che ripercorre le vite di alcuni personaggi ebraici prima che fossero travolte dal più grande genocidio d’Europa.
In scena, l'autore stesso, Corradini, narra un viaggio attraverso le parole del suo libro. Un viaggio che accompagna nel ricordare il passato e nel riflettere sull’oscurità di quegli anni segnati dalla stella a sei punte, un marchio sulla carta e sul corpo delle persone.
La danza di Alice Carrino accompagna questo percorso, incarnando i personaggi della storia e dando vita alle parole e alle immagini. Da un gioco che ricorda l'infanzia, Carrino si ritrova catapultata nel gioco degli adulti, della guerra e del vuoto che ne rimane.
Sul fondo, le proiezioni delle illustrazioni di Vittoria Facchini, animate da Matteo Bittante, rendono i personaggi ebraici una presenza importante che dialoga e si intreccia con la danza e la narrazione.
In una rielaborazione artistica di Matteo Bittante, *Fu Stella* è una performance che porta in scena la memoria e l'assenza, indagando il vuoto che un tempo conteneva milioni di stelle, milioni di storie e persone. Il nostro corpo oggi diventa il dono che offriamo a chi non c'è più.
"La sola speranza di tutta la storia è di perdere il conto ma non la memoria."


Note di regia: 
Riflessioni post-visione (facoltativo) Spunti sul tema trattato: "FU STELLA" è un progetto pensato per essere presentato agli studenti delle scuole elementari, medie e superiori, in occasione della Giornata della Memoria e/o con l'obiettivo di sensibilizzare i giovani sul tema della guerra, dell'Olocausto e delle atrocità che caratterizzano il panorama internazionale contemporaneo.
Attraverso uno spettacolo multidisciplinare che unisce la narrazione alla danza, alle arti visive e alla musica, si vuole fornire agli studenti un’occasione di comprensione profonda degli eventi storici legati all'Olocausto e alla Seconda Guerra Mondiale.
In sinergia con i comuni ospiti e gli insegnanti l’obiettivo è di avvicinare i ragazzi a questioni importanti attraverso una comunicazione coinvolgente per aiutare i giovani a sviluppare empatia verso le vittime della guerra e dell'Olocausto, comprendendo l'impatto umano di questi eventi.

Analisi scene, costumi e scenografie:
La scena è molto semplice ma molto ricca allo stesso tempo. Un fondale di seta fluttuante sul quale prendono vita le proiezioni, uno sgabello e un leggio per il narratore, e un susseguirsi di costumi e oggetti diversi che sostengono la trasformazione della danzatrice in tutti personaggi e ruoli che affronterà lungo il percorso.
La narrazione si alterna e si combina con le videoproiezioni e la danza.
Dopo la prima parte di narrazione, la danzatrice compare per la prima volta da bambina con una veste bianca impalpabile quasi come facesse parte della proiezione con cui interagisce.
Il secondo intervento danzato inizia sovrapponendosi alle parole ed è accompagnato poi solo da musica. La danza dà vita al concetto di assenza, di vuoto lasciato da coloro che non ci sono più, prima con un grande e pesante cappotto e delle scarpe giganti che forse appartenevano a un soldato, e, dopo essersene liberata, svela l’identità di un fantoccio che dall’inizio dello spettacolo giace a terra: l’orsetto di quando era bambina. Dopo una danza con l’orso nel ricordo del gioco d’infanzia, il narratore scoppia il palloncino che è nascosto nel busto del fantoccio rendendo visibile lo “svuotamento” e dando il via a un momento di sola danza.
Il terzo intervento della danzatrice è una scena più leggera, di decompressione dall’atmosfera cupa e dal tema doloroso. La Carrino interpreta una cameriera anni ’30 con guantini bianchi e scarpe col tacco. Il suo compito è di ripulire la scena e riordinare gli elementi scenici abbandonati precedentemente qua e la.
Il quarto ingresso è da bambino che gioca alla guerra in uno scambio articolato tra corpo, proiezioni e ombre e si evolve con la danzatrice che si rimette il cappotto e le scarpone, diventando il soldato che mangia le facce dei personaggi proiettati, eliminando le identità delle persone proprio come aveva fatto la stella di David.
Infine i due artisti in scena effettuano insieme il rito delle pietre depositandole sul palco illuminate dal proiettore.
Suggerimenti letture, attività, approfondimenti: “Fu Stella” di Matteo Corradini