RICCARDO III. Il sole di York brucia
Riccardo III è una storia di politica e violenza come ce ne sono tante: un uomo disposto a tutto pur di raggiungere il suo unico scopo, il potere assoluto.
Eppure c'è qualcosa in Riccardo che lo rende un personaggio affascinante ancora oggi, in un tempo che ha perso la presunzione d'innocenza, ma non la vanità. Riccardo è guardato con disgusto, è “monco, deforme, calato anzitempo nel mondo che respira”.
Riccardo è destinato dalla nascita a essere un perdente, ma grazie all'astuzia e al potere creatore della parola, riesce a ribellarsi al destino.
Mette a ferro e fuoco la corte di Inghilterra, si vendica di coloro che lo deridono e, soprattutto, lo sottovalutano.
TUTTI VORREMMO ESSERE RICCARDO ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA
Ci appassiona il suo modo freddo e implacabile di vendicarsi di anni di scherni. Ci appassiona perché tutti nella vita abbiamo sognato di ripagare un torto subito, magari anche con violenza, e dimostrare agli altri di cosa siamo capaci. Ci ricorda che tutti abbiamo sognato di cedere, almeno per una volta, al nostro lato oscuro.
Ed è proprio sul nostro lato oscuro che Shakespeare ci mette in guardia: c'è sempre un punto di non ritorno, un punto che non va superato, se non vogliamo perderci.
Il nostro Riccardo III è un modo per interrogarci su un presente fatto di immagine e competizione.
E chiederci: vale davvero la pena di superare il limite?