NELLA SOLITUDINE DEI CAMPI DI COTONE
"Un dealer – parola intraducibile che lo stesso autore furta all’inglese – e un compratore si incontrano “nell’ora che volge al crepuscolo”, in un luogo indefinibile e isolato, dove il buio vince sulla luce e la legge di natura pare l’unica legge possibile.
Il venditore blandisce il (potenziale) cliente. Il cliente non accusa mancanze né bisogni. Entrambi sembrano cedere all’incontro per pura casualità, ritrovandosi indissolubilmente, e ferocemente, legati.
Ma chi, per primo, ha incrociato la strada dell’altro? Chi ha effettivamente deciso di fermare il suo sguardo e il suo passo? Chi, invece, è stato fermato?
E poi, quale è la merce che verrà venduta? Quale è il desiderio da soddisfare?
L’oggetto del desiderio pare essere il desiderio stesso e, al contempo, la necessità del tutto umana di sfuggire a una solitudine che divora. L’azione drammatica è il filo del discorso, la fune che lega i due in una dinamica di avanzate e retrocessioni. La parola è campo di battaglia. La violenza non è nei gesti, ma nelle immagini, nei sottili ricatti, nelle offerte d’amore, nelle minacce, nella forza che ci attira verso l’altro, come se ci fosse il rischio di smettere di esistere, quando qualcuno smette di guardarci."