BORDERS ARE OPEN - QUATTRO PEZZI SACRI SULLA ROTTA BALCANICA
Confine tra la Turchia e la Grecia. Marzo 2020. Periodo di pandemia. Abbiamo immaginato i nostri personaggi, un uomo e una donna che arrivano dal mare e un terzo uomo che arriva dalla terra, mentre parlano a Dio, mentre si confrontano con richieste non esaudite, con una presenza garantita, ma mai verificata. Josef che ha attraversato prima il deserto e poi il mare, ricorda una vecchia storia che la madre gli raccontava da bambino sull’accoglienza dei profughi europei durante la Guerra Mondiale. E proprio il viso della Madre guida il suo racconto sullo Stabat Mater. Baara invece è siriana conosce a memoria la Divina Commedia di Dante e proprio ad essa si attacca con tutte le forze quando sul barcone viene stuprata dagli scafisti. Infine Bakthyar, afghano, che pensava di essere in Grecia, ma è stato riportato con l’inganno al di là del confine, di quel “border” che secondo le voci alla radio doveva essere “open”. I Quattro Pezzi Sacri di G. Verdi rappresentano la lotta di un uomo contro l’ignoto che sta al di là della morte: tre pezzi dedicati alla Vergine Maria (alla quale Verdi consegna la sua vita dopo la morte, pur non essendo sicuro che esista vita dopo la morte) e una preghiera a Dio, il Te Deum, che si chiude con una voce di soprano solitaria che sembra lanciare la propria richiesta a Dio, ma senza ottenerne risposta.