Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo

BORDERS ARE OPEN - QUATTRO PEZZI SACRI SULLA ROTTA BALCANICA

BORDERS ARE OPEN - QUATTRO PEZZI SACRI SULLA ROTTA BALCANICA - Immagine: 1
compagnia: CHRONOS3
di: Chronos3/Manuel Renga e Vittorio Borsari
drammaturgia: Manuel Renga
cast: Valerio Ameli, Sara Dho, Antonio Panice
regia: Vittorio Borsari e Manuel Renga
in coproduzione: Festival Verdi Off
durata: 55 minuti
BORDERS ARE OPEN - QUATTRO PEZZI SACRI SULLA ROTTA BALCANICA
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Scheda tecnica

Confine tra la Turchia e la Grecia. Marzo 2020. Periodo di pandemia. Abbiamo immaginato i nostri personaggi, un uomo e una donna che arrivano dal mare e un terzo uomo che arriva dalla terra, mentre parlano a Dio, mentre si confrontano con richieste non esaudite, con una presenza garantita, ma mai verificata. Josef che ha attraversato prima il deserto e poi il mare, ricorda una vecchia storia che la madre gli raccontava da bambino sull’accoglienza dei profughi europei durante la Guerra Mondiale. E proprio il viso della Madre guida il suo racconto sullo Stabat Mater. Baara invece è siriana conosce a memoria la Divina Commedia di Dante e proprio ad essa si attacca con tutte le forze quando sul barcone viene stuprata dagli scafisti. Infine Bakthyar, afghano, che pensava di essere in Grecia, ma è stato riportato con l’inganno al di là del confine, di quel “border” che secondo le voci alla radio doveva essere “open”. I Quattro Pezzi Sacri di G. Verdi rappresentano la lotta di un uomo contro l’ignoto che sta al di là della morte: tre pezzi dedicati alla Vergine Maria (alla quale Verdi consegna la sua vita dopo la morte, pur non essendo sicuro che esista vita dopo la morte) e una preghiera a Dio, il Te Deum, che si chiude con una voce di soprano solitaria che sembra lanciare la propria richiesta a Dio, ma senza ottenerne risposta.