Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo

Unamuno, nessuno e centomila - Incontro immaginario tra Miguel de Unamuno e Luigi Pirandello

Unamuno, nessuno e centomila - Incontro immaginario tra Miguel de Unamuno e Luigi Pirandello - Immagine: 1
Unamuno, nessuno e centomila - Incontro immaginario tra Miguel de Unamuno e Luigi Pirandello - Immagine: 2
compagnia: Il Teatro Sociale
di: Fabio Bussotti, Chiara Bussotti
tratto da: Produzione originale propria
drammaturgia: Fabio Bussotti, Chiara Bussotti
cast: Federico Grassi, Fabio Bussotti
regia: Alberto Oliva
in collaborazione: Universidad Complutense de Madrid, Teatro della Scuola Italiana di Madrid, Università del Piemonte Orientale, Associazione Culturale Educarte, Liceo Artistico Statale Paolo Candiani di Busto Arsizio (VA), Istituto Superiore Carlo Dell’Acqua di Legnano (MI).
durata: 70 minuti
Unamuno, nessuno e centomila - Incontro immaginario tra Miguel de Unamuno e Luigi Pirandello
Per visualizzare questi dati, è necessario effettuare la login.
Per visualizzare il video, effettua la login.
Scheda tecnica

SINOSSI

In Unamuno, nessuno e centomila accade quello che nella realtà non è mai accaduto: Miguel de Unamuno e Luigi Pirandello si incontrano su un palcoscenico.

Nel prologo, Unamuno racconta di avere appena pubblicato il suo romanzo “Nebbia”. I recensori, però, non sono stati teneri. Hanno scritto che il romanzo è troppo pirandelliano. Secondo il loro autorevole parere, lo scrittore spagnolo, non solo non è stato originale, ma ha palesemente copiato l’italiano. Ora, messi uno di fronte all’altro, i due scrittori, armati di parole, finalmente si confrontano. Chi è stato a rubare le idee dell’altro?

Nella prima parte dello spettacolo (ma siamo già al secondo round di un match senza

esclusione di colpi), Unamuno è sé stesso, mentre Pirandello veste provocatoriamente i panni di Augusto Pérez, protagonista del romanzo “Nebbia” dello scrittore spagnolo.

Nella seconda parte, Pirandello torna a essere se stesso, mentre Unamuno si presenta travestito da dottor Fileno, personaggio in cerca d’autore del racconto pirandelliano “La tragedia di un personaggio”.

Il  finale,  immerso  in  una  nebbia  metafisica,  è  in  mano  ai  soli  personaggi.  Pirandello  e Unamuno non ci sono più, non esistono più (il primo è appena morto, il secondo sta per morire), ma Augusto Pérez e il dottor Fileno sono lì, con i loro pensieri, i loro dubbi; due orfani, malinconici, ma vivi, grazie ai lettori e anche agli spettatori presenti alla rappresentazione. Il loro dialogo, nello sforzo di mettere a fuoco le nebulose trame del destino, è al contempo poetico e ironico. Non dispiace a nessuno dei due sottomettersi a quel gioco immortale che si chiama Teatro.

NOTE DI REGIA

Un grande specchio al centro della scena troneggia come un totem, un portale spazio-temporale, uno squarcio tra la realtà e la finzione. Da questo grande specchio, in un dentro-fuori di cui è impossibile stabilire i confini, emergono due figure, interpretate da due attori di grande esperienza, Federico Grassi e Fabio Bussotti, che di questo gioco teatrale è anche l’autore.

Chi sono queste due figure? Miguel de Unamuno e Luigi Pirandello, i loro personaggi, i loro personaggi ma invertiti rispetto al legittimo autore? O sono due attori in un teatro che fingono di essere i personaggi che fingono di essere gli autori? O tutte queste funzioni insieme? O nessuna di queste?

L’ubriacatura     semantica     potrebbe     continuare     all’infinito, amplificata  dagli  effetti  spettacolari  del  grande  specchio,  dalle videoproiezioni che spostano l’ambientazione dalla realtà alla mente, ma tutto alla fine ci riporta nel qui ed ora del teatro e delle nostre vite, a interrogarci sulla nostra identità.

Pirandello e Unamuno, rivali senza volerlo e senza conoscersi, ma in realtà uniti da una medesima sensibilità sui grandi temi del doppio, del frantumarsi dell’io e della rappresentazione di sé,   rivivono   sul   palcoscenico   a   cent’anni   dalla   loro affermazione nel mondo e si fanno portavoce delle nostre domande contemporanee, dei nostri dubbi esistenziali e delle nostre fragilità.

E lo fanno con ironia, attraverso un dialogo serrato che gioca con  le  loro  opere,  con  il  calembour  e  con  la  fantasia, accompagnando lo spettatore in un viaggio onirico e surreale che strizza l’occhio a Magritte, per dirci che – forse – “ce ci n’est pas un spectacle”.

C’est la vie.

Calendario eventi