Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo

A teatro | Monza, Teatro Binario 7 e Nova Milanese (MB), Auditorium Comunale - D.A.S. DAI FORMA AL TUO FUTURO - dai 12 anni

A teatro | Monza, Teatro Binario 7 e Nova Milanese (MB), Auditorium Comunale - D.A.S. DAI FORMA AL TUO FUTURO - dai 12 anni - Immagine: 1
compagnia: La Danza Immobile
di: Michela Tilli
drammaturgia: Michela Tilli
cast: Maurizio Brandalese, Marta Lucini, Valentina Paiano, Alessandro Treccani
regia: Valentina Paiano
durata: 80 minuti
A teatro | Monza, Teatro Binario 7 e Nova Milanese (MB), Auditorium Comunale - D.A.S. DAI FORMA AL TUO FUTURO - dai 12 anni
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Scheda tecnica

Spettacolo a teatro - dai 12 anni
Data disponibile: 5 novembre 2024

Per prenotare lo spettacolo, compila il form (attivo dal 2 settembre): https://forms.gle/8PenJF3qDYKSrp3J8

Ulteriori informazioni allo 02 67397822 (AGIS lombarda) oppure scuola@agislombarda.it

 

Durante l'adolescenza il corpo si trasforma, le emozioni prendono nomi ancora sconosciuti e intorno ruota un mondo fatto di identità da scoprire.

È quello che succede ad Alice, ragazza timida, un po’ chiusa, alla sua prima festa. I suoi genitori si stanno separando e Alice cerca nuovi punti di riferimento. C’è Martina, la sua nuova amica del cuore, che la sprona a sperimentare tutto perché la vita è una sola e loro sono amiche inseparabili, pronte ad affrontare il mondo mano nella mano. C’è Sam, il perfetto migliore amico, quello di cui fidarsi e con cui fare un patto per il futuro. E poi c’è la musica, l’alcol e le droghe. Alice non è molto convinta, ma i suoi genitori si stanno separando e lei cerca di essere al passo con i coetanei, con la vita. Ma la festa a poco a poco si trasforma in un incubo.
Alice si risveglia dentro a un brutto sogno. Vorrebbe uscire ma non può. Accanto a lei due strani angeli custodi, crudi, cinici, che non risparmiamo battute e osservazioni. Due ambigui personaggi a cui fare domande su una vita che non si sa quale strada prenderà. Se potesse scegliere un superpotere, Alice vorrebbe tornare indietro nel tempo e cambiare le cose, ma è intrappolata in quel terribile incubo.
Nel passaggio tra la scuola media inferiore e quella superiore, gli adolescenti entrano in contatto con un nuovo mondo, quello adulto di cui ancora non conoscono le regole ma nel quale affamati cercano la loro collocazione. Il corpo si trasforma, le emozioni prendono nomi ancora non conosciute e intorno ruota un mondo fatto di identità di scoprire. Lo spettacolo nasce dalla collaborazione tra la regista Valentina Paiano, da sempre attenta alle tematiche adolescenziali, e Michela Tilli, giornalista, scrittrice e autrice teatrale. Si avvale inoltre della consulenza scientifica del dottor Marco De Coppi, psicoanalista, e del dottor Alessio Gamba, psicologo specialista in età evolutiva.

 

NOTE DI DRAMMATURGIA
Tra i comportamenti proibiti (che agli occhi dei ragazzi sembrano proprio i comportamenti che gli adulti mettono in atto, droga-alcol-sesso) e il desiderio di essere apprezzati dal gruppo, sentirsi belli, giusti e desiderati, gli adolescenti non sanno riconoscere ciò che li farà stare bene, né ciò che li farà crescere. Vivono nell’angoscia di essere inadeguati e invisibili. In un continuo confronto con ciò che vedono e sanno del mondo adulto, dove niente è più nascosto, il desiderio non è mai vissuto come limite, ma sempre soddisfatto dalla continua offerta di prodotti, soluzioni, infinite possibilità. Il problema non è più il divieto. Il pericolo dell’inadeguatezza è dietro l’angolo.
Alice prova delle forti emozioni. Forse è innamorata della sua amica Martina, che sembra sempre così brillante e sa sempre cosa bisogna fare per essere vincenti. Martina, da parte sua, è spaventata dal futuro e la sua continua ricerca di azioni forti e situazioni sconvolgenti è solo un modo per riempire un vuoto. Invidia la semplicità e la chiarezza di Alice, che ai suoi occhi è perfetta. Ma le due amiche, che potrebbero vivere pienamente le proprie emozioni e aiutarsi a vicenda a comprendere, sono invece travolte dalla potenza dei sentimenti e dall’incapacità di comunicare. Gli adulti sono vissuti come assenti e sfuggenti. E ciò che è proibito a parole, ma in fondo così accessibile, l’alcol e le droghe che da una parte non fanno più paura, dall’altra dispensano un piacere che gli adulti ben conoscono ma del quale non hanno il coraggio di parlare, sembrano essere una temporanea soluzione. Ma naturalmente non è così. I problemi rimandati e nascosti prima o poi scoppiano in mano come bombe a orologeria.
Di cosa avrebbero bisogno Alice, Martina e gli altri, come il loro giovane compagno Sam? Informazioni ne hanno a sufficienza. Regole, forse, anche. Quello che manca è la possibilità di comunicare, e la consapevolezza di non essere soli.
Michela Tilli

 

NOTE ALLO SPETTACOLO
Chi si occupa di adolescenti a vario titolo (genitori, insegnanti, educatori, psicologi, psicoanalisti) troverà in D.A.S. Dai forma al tuo futuro tutto l’universo psichico in cui ragazze e ragazzi sono immersi in questa fase della vita caratterizzata dal “crescere” e quindi, per definizione, dai cambiamenti e dall’incertezza.
A partire dal titolo, l’autrice Michela Tilli e la regista Valentina Paiano offrono i tre vertici da cui osservare gli adolescenti: il corpo, le emozioni, l’identità. Tre vertici strettamente interconnessi tra loro nell’accadere psichico dei giovani che attraversano le turbolenze tipiche del passaggio adolescenziale.
Ed è proprio in adolescenza – con i rapidi cambiamenti del corpo, la scoperta della sessualità, l’intensificarsi delle emozioni e la messa in discussione dei miti (e delle certezze) infantili verso una costruzione identitaria che si espande in orizzonti futuri – che l’essere umano si confronta con l’ignoto e l’incerto quale dimensione esistenziale con cui fare i conti e a cui cercare di dare un senso.
Per parlare con gli adolescenti possiamo, forse, pensare alla metafora come fanno il teatro e la poesia che, attraverso possibili rappresentazioni di senso, non impongono direzione e significati precostituiti ma sostengono l’appropriazione personale e simbolica dell’esperienza soggettiva.
Riconoscere il potere della parola e della rappresentazione di senso significa cogliere e aiutare a trasformare i frammenti nascosti delle esperienze vissute e non vissute, i rumori della sessualità e dei cambiamenti del corpo, le inquietudini della scoperta del limite alla vita e a noi stessi. Viviamo in un’epoca, come è noto e detto a più voci, che ha perso l’autorità genitoriale dei grandi contenitori culturali e simbolici di un tempo passato; un’epoca “liquida”, priva dei “garanti sociali e psichici” che facevano della stabilità e della continuità il perno di un orizzonte certo e conosciuto, forse talvolta creduto troppo ottimisticamente controllabile.
Un’epoca che, a guardare bene, possiede aspetti sorprendentemente simili a quelli che caratterizzano il periodo adolescenziale. Affrontare il lutto delle garanzie e delle certezze mitiche infantili, trovarsi ad affrontare una realtà complessa che si rifiuta di entrare negli schemi rassicuranti nei quali vorremmo imbrigliarla è un compito difficile e pur nello stesso tempo affascinante.
Rivolgerci agli adolescenti di oggi significa poterli pensare – e quindi aiutarli a pensarsi – come moderni viandanti davanti ad orizzonti incerti. Fiduciosi che possono essere capaci – perché noi stessi adulti ne siamo, o proviamo a esserne capaci – di una contemplazione errabonda dell’attesa, accompagnata da un’esperienza continua di chi siamo, del mondo che ci circonda e del tempo che ci attraversa e nel quale siamo immersi. Questo è il tempo dell’adolescenza, per sua natura tumultuoso, enigmatico e in continua tensione emotiva, ma soprattutto un tempo denso di quelle straordinarie inquietudini e incertezze che sono l’anima stessa della nostra intera vita.
Marco De Coppi