I masnadieri
Fare cose, andare avanti senza paura, produrre bellezza e celebrarla
C. De Gregorio, La Repubblica
Avendolo visto, vi garantiamo la radicalità, la poesia, e la disumanità di uno dei più riusciti spettacoli diretti da Michele Sinisi.
R. di Giammarco, La Repubblica
È raro assistere a una messa in vita così gioiosa dell’arte dell’attore. Combattimenti, suicidi, omicidi, baci e imboscate, si dispiegano sulla scena con una bellezza plastica.
K. Ippaso, Liminateatri
Nudi cambi luce, una pioggia di lattine calpestate, pochi elementi di costume e oggetti sono sufficienti a questo rinnovato nerbo elisabettiano, sudicio e affascinante, dove in teatro, eduardianamente, «tutto è finto ma niente è falso».
S. Lo Gatto, Teatro&Critica
Uno spettacolo forte, pieno di energia e coinvolgente.
P. Petroni, Ansa
Debuttato in prima nazionale l’11 aprile al Teatro Basilica di Roma, I Masnadieri è la nuova coproduzione Elsinor firmata da Michele Sinisi e realizzata insieme al Gruppo della Creta e a Fattore K.
In scena un nutrito cast di undici attori dà vita e corpo all’opera simbolo dello Sturm und Drang, che un giovane Friedrich Schiller scrisse nel 1781 creando un’intricata trama di inganni e azioni violente ad alto impatto drammatico. Michele Sinisi immerge la storia in un linguaggio e in un’ambientazione contemporanei inserendo i personaggi in una scena spoglia, abitata da pochi elementi scenici. “La legge non ha mai prodotto un grand'uomo, ma la libertà cova e fa schiudere i colossi e i grandi eventi” - afferma Karl; e ancora: “Il mio spirito è assetato di azione, il mio petto di libertà”. L'eroe schilleriano, giovane di aristocratica famiglia nella Germania settecentesca, è un individuo eccezionale, insofferente ad ogni Iimite e convenzione sociale, animato da un generoso sdegno contro l'oppressione tirannica dei principi assoluti e contro la servile meschinità della borghesia che lo circonda. La vicenda è quella di un padre e dei suoi due figli. Il figlio non amato, Franz (Gianni D’addario), farà di tutto per screditare e eliminare il fratello Karl (Donato Paternoster), primogenito preferito dal vecchiogenitore. Una falsa lettera del padre (scritta in realtà da Franz) spinge l’anima ribelle di Karl a mettersi a capo di una banda di facinorosi. Ed è così che il senso di giustizia si eclissa, fino a scomparire, nei gesti violenti dei Masnadieri che portano la morte anche là dove c’è purezza. Unica figura femminile, Amalia, amata da entrambi i fratelli, verrà uccisa dal più valoroso tra i due.