La luce del nero
A ispirare la nuova produzione per spazi aperti “La luce del nero”, performance itinerante del Teatro Tascabile in collaborazione con la fotografa-giornalista Monika Bulaj, sono stati stimoli apparentemente lontanissimi: la celebre coreografia di Maurice Béjart, i Movements di Gurdjieff, le forme concentriche dei mandala e degli uroboro orientali, le danze dei dervisci tourneur, le pratiche dei dhikr islamici e del candomblè brasiliano. Per lo più tradizioni religiose, di tipo particolare, sono preghiere fatte con tutto il corpo. E anche quella del TTB è in un certo senso una preghiera: una preghiera a-religiosa sul dolore del mondo, una invocazione alla luce quando anche la luce sembra mancare, espressa attraverso il corpo e la tecnica. La danza pura, apparentemente senza significato, la tecnica perseguita con ossessione, possono arrivare ad avere un valore aggiunto: sono un modo di mettersi in contatto con qualcosa al di là – e al di sopra – della quotidianità; con una dimensione ulteriore, di mistero e di speranza.
Le fotografie di Monika Bulaj, la "migliore fotografa sul tema del sacro" , trasmesse su un grande schermo, aprono e chiudono lo spettacolo. Ma non solo, tracciano il percorso intimo degli attori, accompagnano lo spettatore, con tutta la loro straordinaria forza evocativa, in un percorso visivo dalle tematiche inequivocabili, la migrazione dei popoli, la guerra, i danni ambientali: il dolore del mondo.
Lo spettacolo vede coinvolto l’intero organico artistico del Tascabile insieme ad alcuni collaboratori di lunga data. E’ un lavoro sperimentale, il cui debutto è previsto a giugno 2025, che prevede la presenza di otto attori sui trampoli e a terra un “Matto”, maestro di cerimonia e guida, che condurrà gli attori sui trampoli durante tutto il percorso della parata.
La luce del nero prenderà forma sulla scorta della più classica tradizione del Tascabile che dal 1973 propone costantemente questa propria specialità, il teatro di strada. Tuttavia, senza venir meno alla convinzione che l’arte teatrale si realizza attraverso il rapporto fisico diretto tra attore e spettatore, a causa del periodo pandemico anche il TTB, come altri gruppi o compagnie teatrali, si è avvicinato al mondo della tecnologia digitale scoprendone le innegabili potenzialità. “La luce del nero” prevede lo sviluppo di un software per la diffusione sonora mai sperimentato fino ad oggi: ogni singolo attore porterà su di sé una fonte di diffusione sonora, nascosta tra le pieghe del costume, trasmessa in sincro