SAREBBE STATO INTERESSANTE
Stato Interessante è uno spettacolo dove il rapporto tra chi guarda e chi racconta è ravvicinato.
Dove si attraversano i temi della creazione e della maternità assumendo molteplici punti di vista, fino a farsi testimone e portavoce di alcune esperienze biografiche di persone conosciute e intervistate.
Lo spettacolo parla di desiderio di maternità, biologica e non, parla di successi e fallimenti, del percorso della PMA, procreazione medicalmente assistita, parla della perdita, e del ritrovarsi, e infine tocca il mondo delle altre forme di genitorialità.
Tutti questi temi sono sviluppati attraversando due paesaggi: quello della “madre terra”, paesaggio naturale con le sue regole e i suoi cicli e quello del corpo femminile, paesaggio umano con le sue emozioni e mutamenti. La coltivazione di un orto diventa la giusta metafora per parlare del mistero della creazione, un luogo selvaggio dell’anima, un centro in cui tutto confluisce.
Le parole, i silenzi e le azioni proposte nello spettacolo indagano i limiti e le possibilità del corpo di incontrare e affrontare anche il dolore.
Stato Interessante vuole essere per tutte le persone implicate nel progetto, dalle persone intervistate al pubblico che incontrerà lo spettacolo, un atto curativo, quasi psicomagico, come direbbe Jodorowsky, per riscoprire la meraviglia della vita attraverso la condivisione di un atto di creazione universale come è il rito del teatro.
La condivisione diretta in un cerchio, di un materiale di ricerca così universale come il desiderio di generare, rendere “di tutte e tutti” questo tema, all’apparenza così intimo e privato, è l’idea di Sarebbe Stato Interessante. Lavorare sul materiale letterario e sulle interviste nel cerchio di sedie lo rende ancora più personale ed emotivo.
Sarebbe Stato Interessante è un cerchio di persone che si guardano negli occhi e condividono il pensiero della corifea/attrice che attraversa diversi personaggi (eroi o antieroi, eroine o antieroine) per portare il tutto a chi lo guarda, a chi assiste.
Dal grottesco all’iperrealismo, in un viaggio tragicomico che accompagna lo spettatore o la spettatrice da qualcosa di lontano da sé a qualcosa di molto vicino. Da fuori a dentro.