TERRA MADRE
Teatro concerto con immagini multimediali sulla bellezza della natura perché la natura è carezza divina! Un mix di teatro, canto, musica dal vivo e proiezioni multimediali.
Uno spettacolo sull’infinita bellezza della natura, sulla magnificenza della nostra Terra che è Madre, sul mistero dell’universo che è potenza creatrice. Uno spettacolo che parla ad ognuno di noi che ci rivela quanto siamo tutti profondamente uniti con tutto ciò che esiste.
Dobbiamo fermarci e trasformare il grigio in verde. Sperare in un tempo migliore, in cui l’uomo finalmente possa ascoltare la voce della natura. Torniamo a osservare, ad ascoltare, a stupirci della bellezza che abbiamo intorno, a connetterci con l’anima che è insita in ogni cosa, in una pianta, in un fiore, in un uccello, in una foresta, in un corso d’ acqua e sentire che ne è valsa la pena passare per questo mondo. Impariamo a gioire davanti alla creazione divina, in una comunione universale. E ringraziamola la Terra, la nostra Madre Terra, per quella scintilla, per quella forza creatrice, per quella carezza divina, per tanta magnificenza in cui i confini non esistono, dove l’io si confonde con l’altro per lasciare posto all’ Amore. Ogni giorno è un nuovo inizio, un nuovo risveglio, una nuova reverenza per la vita.
L’uomo ha perso la percezione della sua dimensione complessa, virtuale e naturale. Egli è un essere vivente, abitante di un pianeta nato miliardi di anni fa, la TERRA, frutto di un processo lento e costante che ha dato la possibilità a piccoli microrganismi di nascere, crescere, svilupparsi in forme sempre più complesse di vita.
La natura, nella sua complessità, è il frutto di questo stesso processo ma qualche milione di anni dopo la scomparsa dei dinosauri, una specie di mammiferi si differenzierà da quelle precedenti sviluppando una caratteristica mai vista prima “l’immaginazione”; nasce l’uomo, nasce l’era della dimensione simbolica.
Se all’inizio dei tempi l’uomo era un tutt’uno con la natura e viveva in una particolare dimensione di simbiosi con il mondo circostante che chiameremo “EDEN”, giuge un momento che segna un prima e un dopo questa dimensione.
L’uomo si pone domande alle quali creerà risposte. L’uomo diviene un essere virtuale, si stacca dalla natura, simbolicamente viene cacciato via dall’EDEN. Egli non si accoppierà più per riprodursi ma farà l’amore, non deprederà per nutrirsi ma preparerà una tavola e si alimenterà, non si rifugerà in una tana per proteggersi dai fenomeni naturali ma costruirà una casa e l’abiterà.
L’uomo via via perde il suo rapporto con il mondo naturale, utilizzerà invece la natura per i suoi scopi e trarrà da essa ispirazione, a volte nobile, altre, autodistruttiva.
L’uomo è un essere capace di costruire opere d’arte pari alla bellezza dell’universo… ed è anche quello capace di perpetrare le peggiori atrocità.
Lo spettacolo si articola su quattro binari:
Uno possiamo chiamarlo di divulgazione scientifico-filosofica che percorre i passi salienti delle ultime scoperte scientifiche riguardo la nascita dell’universo e, accostandosi alla mitologia, alla filosofia e alla religione, percorrerà un sentiero ricco di spunti e riflessioni sul senso dell’esistenza, sul suo essere parte dell’universo, quale sia la via da seguire per ritrovare quella comunione che egli ha perso con il mondo circostante.
Questo percorso viene intercalato da un racconto umano, un’esperienza di vita reale, semplice, quotidiana e come tale travagliata da domande esistenziali; una bambina che cresce e diviene donna che vive, scopre, subisce e finalmente si ribella e riscopre il senso della natura.
La musica dal vivo che accompagna lo spettacolo è stata composta appositamente per esaltare ogni singolo momento dello spettacolo ed i testi cantati sono una linea parallela alla trama che tuttavia rinforza il contenuto, senza cadere in mere e sterili descrizioni.
In fine, il lavoro di proiezione video accompagna tutto lo spettacolo come una melodia parallela, dando una precisa chiave di lettura attraverso passaggi fra micro e macrocosmo. Una cellula si confonde con un paesaggio cosmico, i filamenti di una foglia si confonde con l’aurora boreale per dare vita al concetto che siamo un tutto uno, che nella corolla variopinta di un fiore si racchiude la meraviglia del creato e che l’uomo è un microrganismo capace di racchiudere in se l’intero universo.
Una sottile… profondissima gioia… essere i custodi di quest’ opera meravigliosa!