L'ipocrisia del carcere - Dal minorile agli istituti per adulti
Francesco Costa è un giovane detenuto–attualmente detenuto nel carcere di Bollate–che è statointercettato dall’Associazione Puntozero nel suo periodo di detenzione all’Istituto Penale minorile CesareBeccaria. La compagnia è composta da giovani detenuti e non, e opera da 30 anni all’interno dell’IPM,conducendo laboratori teatrali all’interno della sezione penale.Francesco ha trascorso un terzo della sua esistenza in minorili e carceri per adulti, portando avanti unoscambio di lettere con Paolo Bellati–operatore sociale con cui è nata un’amicizia al tempo del minorile trail 2019 e il 2024. La vivacità e profondità della scrittura hanno indotto Paolo a proporre questapubblicazione, capace di svelare la vita all’interno del carcere dal punto di vista di un detenuto e di mostrarecome possa essere poco funzionale al mandato costituzionale dell’articolo 27:Le pene non possonoconsistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Un libro che nasce con l’apprezzamento di don Gino Rigoldi, anche in vista di un futuro per Francesco, auspicabilmente più radioso del suo passato. Giuseppe Scutellà-direttore artistico e regista della compagnia Puntozero–traspone questo volume inuna sceneggiatura teatrale, dandogli vita su un palco quantomeno significativo, per l’autore del libro e perla cittadinanza: un teatro che è teatro nel carcere ed è stato completamente ristrutturato dall’Associazione,rendendolo così anche teatro del carcere e locale di pubblico spettacolo. L’idea della regia improntatasull’innovazione tecnologica digitale, con ampio uso di tecnologie digitali.