ILVA FOOTBALL CLUB
Lacarbonara in porta, agile come una rondine. Ripiano e Papalìa difensori centrali dal tackle spietato. De Tuglio e Andrisani terzini infaticabili. Guarino e Catapano a disegnare geometrie nel centro del campo, quasi avessero un compasso al posto delle gambe. Casile e D’Alò sulle ali, sognando Domenghini. De Gennaro e Capozza attaccanti, quando Riva era solo il cognome del bomber del Cagliari e non anche quello del sovrano assoluto della siderurgia italiana. Allenatore: mister Serio, il sergente di ferro. Anzi, d’acciaio.
Potrebbe essere questo l’Ilva Football Club, la squadra di undici campioni ricostruita mettendo insieme le “figurine” di due generazioni che a Taranto hanno lasciato gli anni migliori della loro vita sul terreno del campo sportivo Tamburi vecchio: a un passo dalla fabbrica più inquinata d’Europa; a due dal cimitero dove le polveri minerali colorano di rosso le lapidi e quando sbagli un rigore vengono i brividi solo a scavalcare, a cercare la palla finita tra croci, lumini e sagome di ciminiere. Dribbling, tunnel, colpi di tosse.
Tutti morti gli undici campioni. Uccisi dal cancro.
Protagonisti, negli anni del calcio operaio, gli anni Settanta. Ammazzati dall’aria che respiravano sul terreno di gioco e in acciaieria. Perché operai erano anche loro.
Conosciamo tutti l’acciaieria ILVA di Taranto, inizialmente Italsider, fiore all’occhiello della Cassa del Mezzogiorno, per lo sviluppo economico del Sud. Pochi però conoscono le storie e le vite degli operai tarantini; come esse siano cambiate nei piccoli gesti della vita di ogni giorno dall’arrivo del siderurgico, del “mostro”.
Con Ilva Football Club vogliamo mettere la lente d’ingrandimento su questi piccoli-grandi cambiamenti attraverso la metafora sportiva. Vogliamo raccontare come, nella terra promessa del sud Italia, dagli anni sessanta in poi, generazioni intere di bambini hanno dovuto smettere di sognare il loro futuro da grande calciatore.
Finale di coppa del mondo 1974: da una parte l'Olanda del calcio totale, sogni e voglia di correre , dall'altra la Germania Ovest, pragmatismo e realtá: metafora di uomini e donne divisi tra la promessa di un lavoro stabile e sicuro e la realtà di una classe operaia lasciata ultima, sola, senza speranze.
Con Ilva Football Club affrontiamo tematiche ambientali, sociali e politiche legate alla più grande acciaieria d'Europa. Attraverso lo studio di archivi storici e documentari ma soprattutto attraverso le testimonianze degli abitanti di Taranto di tutte le età, ne raccontiamo il rapporto con l’Ilva attraverso le generazioni. Partiamo con uno sguardo sul passato per mettere poi il focus sul futuro che i Tarantini e le Tarantine immaginano per la loro città.
Vogliamo raccontare questa storia attraverso i colori, i materiali, le luci e i suoni del quartiere Tamburi, mettendo al centro l'umanità in maniera leggera, dinamica e diretta a tutti: adulti e giovani, tarantini e non.