FROM SYRIA: IS THIS A CHILD?
FROM SYRIA: IS THIS A CHILD? è nato dal desiderio di Nicola Di Chio e Miriam Selima Fieno di trovare un linguaggio per parlare ai ragazzi ed è diventato uno spettacolo di teatro documentario che cerca di parlare a tutte le generazioni, attraverso un dialogo multimediale tra teatro, documento e cinema; dove la narrazione dal vivo, che parte da una ricerca nelle storie vere dei testimoni-protagonisti, si fonde alla narrazione audiovisiva. In scena c’è Giorgia una ragazzina italiana di 15 anni che racconta la sua vita quotidiana di europea in un florido tempo di pace, nella quale giace tuttavia il dolore di una guerra familiare; e c’è Abdo un giovane rifugiato siriano che, attraverso un’amicizia inaspettata, avvicina Giorgia alla conoscenza di un’altra guerra: quella fatta di bombe, missili ed esplosioni sotto cui vivono dal 2011 migliaia di suoi coetanei in Siria. Con l’aiuto di Abdo ricostruisce quello che è accaduto in Siria e avvia una comunicazione via internet con un gruppo di bambini siriani che vivono in un campo profughi al confine tra il Libano e la Siria, perché è decisa a voler costruire un mondo migliore assieme a loro.
Sulla scena Abdo e Giorgia raccontano le loro storie, dialogano e interagiscono con la scenografia virtuale, manovrando diversi dispositivi attraverso cui condividono materiali personali, videochiamate, fotografie, video, cartine e miniature.
Gli spettatori sono invitati a entrare delicatamente in un mondo privato e lacerante insieme ai due giovani testimoni-protagonisti che accettano di esporre una elaborazione dal vivo della loro biografia e degli aspetti privilegiati e dolorosi che hanno segnato le loro storie fino ad oggi.
Lo spettacolo è un’incursione nel dolore e nelle sue diverse sfaccettature e va alla ricerca di un equilibrio tra storia personale e storia epocale, in un intenso affresco emotivo dove la tecnologia dilata come una lente di ingrandimento il nostro presente e apre squarci su mondi non poi così distanti, mostra i volti della guerra e ne narra gli effetti, lasciando in sospeso, per tutti, una domanda: che adulto vuoi diventare? Siamo ancora tutti in tempo per rispondere.