PEDALA! GINO E ADRIANA BARTALI NELL'ITALIA DEL DOPOGUERRA
Gino Bartali pedala e pedala, sempre un altro giro di ruota e un’altra salita, senza mollare mai.
Il ritratto dell’Italia è narrato da Gino e da sua moglie Adriana. Due voci, maschile e femminile, per raccontare l’Italia del Dopoguerra.
Lo sguardo di una donna, Adriana Bartali, che prende coscienza del ruolo civile delle donne nella ricostruzione dell’Italia democratica: il primo voto alle donne, la repubblica e le sue contraddizioni legate a un regime che non vuole finire, l’inizio del boom economico.
E lo sguardo di un uomo, un ciclista ed un campione, Gino Bartali: la storia del suo legame con Fausto Coppi, rivale e fratello di battaglie, la storia del grande ciclismo epico di quegli anni, la storia dell’Italia spaccata in due, dell’attentato a Togliatti, dell’epico Tour de France che cambiò la storia d'Italia.
Insieme queste due voci, interpretate da Federica Molteni, raccontano le origini di un paese fragile e bellissimo come l’Italia più vera e piccola.
NOTE DI REGIA
Lo spettacolo è l’ideale compimento del percorso che in questi ultimi anni ci ha portato per le strade d’Italia e d’Europa a raccontare la storia più nascosta di Bartali (con lo spettacolo GINO BARTALI- UN EROE SILENZIOSO, che ha superato in 5 anni oltre 250 repliche, con oltre 50000 spettatori).
Questa storia è stata per noi rivelazione e conferma che il pubblico vuole conoscere il passato, vuole ricordare e capire cosa è stata l’Italia, cosa sono stati gli italiani.
Così abbiamo pensato di ampliare lo sguardo con una seconda tappa, necessaria nella conoscenza delle vicende d'Italia (dal 194o al 1960), non tanto per raccontarne le gesta sportive, seppur epiche, ma perché, dietro il campione, c’è sempre fortemente l’uomo. E il suo paese, l’Italia. Raccontarne la storia e le sue contraddizioni attraverso un uomo riservato, ma al tempo stesso icona potentissima dell’italianità, della generosità, delle origini umili che gli italiani portano con sé, e del desiderio di riscatto sociale che nasce dalla povertà, di quel sogno di grandezza, di quell’anelito al fare bene e alla giustizia, nonostante la fatica.
Un monologo che è un mosaico, dove al volto di Bartali si somma quello della moglie Adriana, delle istanze politiche e sociali connesse al voto alle donne, alla trasformazione da monarchia a repubblica dell'Italia, all'inutilità della guerra e al fascismo non del tutto risolto.
Lo spettacolo racconta il volto degli italiani, delle italiane. Quelli della piccola provincia, del sogno del ciclismo epico che unisce come un filo rosso le persone.
Il mosaico come processo creativo attingerà a sorgenti artistiche diverse: un’attrice in scena guidata dalla regista Carmen Pellegrinelli, che cura la ricerca delle intenzioni, il ritmo del testo, l’equilibrio di palco. E la verità. Che non è verosimiglianza, ma qualcosa di profondo che mette in comunicazione chi è in scena con chi guarda la scena.