A scuola - IL CIRCO IN VALIGIA - 5/11 anni
Spettacolo a scuola - 5/11 anni
Date disponibili: date da concordare da novembre 2024 a dicembre 2025
Ulteriori informazioni allo 02 67397822 (AGIS lombarda) oppure scuola@agislombarda.it
ARGOMENTO SPETTACOLO:
Piccolo viaggio di un clown che sognava gabbiani
Il circo itinerante, giocare con la fantasia, coinvolgimento del pubblico, numeri di piccolo circo, giocoleria, micro-magia.
SINOSSI:
Una valigia può contenere tante cose, specie quando si parte per un viaggio, non basta mai.
La valigia di un clown ha però uno spazio speciale: la fantasia, dove possono trovare posto anche le cose più ingombranti.
Il Circo in valigia ha fantasia da vendere, perché Augusto non arriva con una valigia, ma con “un treno di valigie” che racchiudono la sua storia, le sue emozioni, i suoi affetti.
I giocolieri, il mago, il domatore di pulci, il funambolo, la giostra dei cavalli, il teatrino delle ombre...
Augusto nel suo viaggio con il Circo più piccolo del mondo, non ha perso lo stupore e la voglia di far ridere e sognare chi incontra, rendendo tutti complici del suo racconto.
Ripercorre, come lo può fare un clown, i numeri del circo che gli tornano alla memoria. Ogni vagone del suo trenino racchiude un ricordo da rivivere che, uscendo dalla valigia come dalla lampada di Aladino, si fa presente e vivo, coinvolgendo e stupendo i suoi piccoli spettatori.
In questi ricordi Augusto troverà anche le sue origini, la sua storia e il suo nome: Franco.
Un ragazzo che non aveva una casa e si era messo in cerca della libertà. Ma arrivato in città si era trovato “di nessuno”, finché un giorno incontrò il Direttore del circo più piccolo del mondo, che lo accolse nella famiglia del circo.
NOTE DI REGIA:
La scelta è stata quella di raccontare l’esperienza del Circo e del clown, con la semplicità di un bambino che ha la fortuna di stupirsi e di non arrendersi mai. Di avere fantasia e di saper cogliere quello che gli adulti faticano a cogliere. Nello spettacolo si susseguono numeri circensi in miniatura e semplici gags dove in ognuna si è costruito il meccanismo del gioco condiviso con il pubblico, che non rimane spettatore ma diventa parte del gioco del teatro.
SPUNTI SUL TEMA TRATTATO:
Il Circo e il Clown è difficile racchiuderli su un foglio, sono così ricchi di spunti e possibilità che è necessario incontrarli per scoprirli.
Il clown che presentiamo è un “profeta” del sorriso, che sa ridere del suo limite, che trasforma le sue mancanze in risorse, ma che scopre la profondità delle relazioni e sa regalare sempre un sorriso, con la delicatezza che solo un bimbo può avere.
Inseriamo in questo viaggio anche la storia di uno dei ragazzi di Arese, ex carcere minorile di Milano e casa dei Barabitt, da cui deriva la nostra esperienza di teatro sociale e di clownerie sin dal 1978.
Ai bambini si farà scoprire quindi la bellezza della comunicazione corporea, del sorriso che apre le porte di una relazione e della semplicità che diventa profondità della vita.
ANALISI SCENE, COSTUMI E SCENOGRAFIE:
Il Clown arriva con un vero treno costituito da un locomotore fumante e da sei convogli, delle valigie su ruote. In ogni valigia c’è una tappa del percorso del clown, una gag che rispecchia il suo cammino e che coinvolgerà i bambini presenti. Lo spettacolo si snoda così “vagone per vagone” con la magia della sorpresa del suo contenuto. Al termine della scoperta delle valige c’è la valigia della sua storia, un piccolo teatrino d’ombre che racconterà la storia di Franco. Una storia veramente accaduta a uno dei tanti ragazzi di Arese accolti e da cui nasce questo gruppo teatrale.
Il costume del clown è colorato, luminoso e allegro, invita al gioco e alla fantasia.
SUGGERIMENTI LETTURE, ATTIVITÀ, APPROFONDIMENTI:
Campo di esperienza: Il sé e l’altro
Lo spettacolo ha come tema il viaggio, che si configura non solo come un viaggio di esplorazione del mondo, ma anche di conoscenza di sé. Nelle indicazioni nazionali è chiaro come già dall’infanzia “[...] si definisce e si articola progressivamente l’identità di ciascun bambino e di ciascuna bambina come consapevolezza del proprio corpo, della propria personalità, del proprio stare con gli altri e esplorare il mondo.” (I.N. 2012).
Un altro tema molto importante è quello dell’accoglienza, trovare un posto in cui sentirsi bene; luoghi e relazioni che danno la possibilità di essere sé stessi ed esprimersi appieno.
Il clown protagonista dello spettacolo è come un bambino che “[...] si apre al confronto con altre culture e costumi; si accorge di essere uguale e diverso nella varietà delle situazioni, di poter essere accolto o escluso, di poter accogliere o escludere.” (I.N. 2012).
Campo di esperienza: Il corpo e il movimento
Il clown racconta la sua vita attraverso dei numeri circensi. Il movimento racconta il nostro io più profondo. E non solo, il movimento genera conoscenza. Come riportato nelle I.N. “I bambini prendono coscienza del proprio corpo, utilizzandolo fin dalla nascita come strumento di conoscenza di sé nel mondo. Muoversi è il primo fattore di apprendimento: cercare, scoprire, giocare, saltare, correre a scuola è fonte di benessere e di equilibrio psico-fisico.” (I.N. 2012). Osservando i movimenti del clown i bambini sono sollecitati a scoprire le potenzialità del proprio corpo, e di quello che il corpo può raccontare. Al termine dello spettacolo hanno la possibilità, durante il laboratorio, di cimentarsi in prima persona, attraverso esercizi e giochi ispirati al circo e alla psico-motricità.
Campo di esperienza: Immagini, suoni, colori
Lo spettacolo è incentrato sul tema del circo ma è costruito come uno spettacolo teatrale, ricco di suggestioni visive e musicali, una pluralità di linguaggi che avvicina i bambini alle arti e che sviluppa il senso di creatività. Tutti i linguaggi a disposizione dei bambini “[...] vanno scoperti ed educati perché sviluppino nei piccoli il senso del bello, la conoscenza di sé stessi, degli altri e della realtà. L’incontro dei bambini con l’arte è occasione per guardare con occhi diversi il mondo che li circonda.” (I.N. 2012)
Musica
L’espressività del clown sulla scena permette agli insegnanti di approfondire poi in classe in maniera originale il tema dell’espressività vocale e corporea dei bambini. Nei traguardi di fine quinta nelle Indicazioni Nazionali si riporta “l’alunno esplora diverse possibilità espressive della voce, imparando ad ascoltare sé stesso e gli altri; articola combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche, applicando schemi elementari; le esegue con la voce, il corpo e gli strumenti.”
Inoltre, la figura del clown incarna anche l’idea del “pasticcio”, dell’errore, dell’improvvisazione che trasforma l’imprevisto in bellezza. A scuola spesso si dà poco spazio all’improvvisazione quale strumento didattico di apprendimento. Dalle I.N: “L’alunno improvvisa liberamente e in modo creativo, imparando gradualmente a dominare tecniche e materiali, suoni e silenzi. […] Utilizza voce, strumenti in modo creativo e consapevole, ampliando con gradualità le proprie capacità di invenzione e improvvisazione.”
Educazione Motoria
Il laboratorio proposto al termine dello spettacolo permette ai bambini di sperimentare le potenzialità del proprio corpo e incrementare la conoscenza di sé. Come si evince dalle I.N. “l’attività motoria contribuisce alla formazione della personalità dell’alunno attraverso la conoscenza e la consapevolezza della propria identità corporea. […]”
Nel laboratorio il corpo può vivere in uno spazio e relazionarsi con altri corpi in maniera inclusiva e diversa rispetto al lavoro in classe “attraverso il movimento, con il quale si realizza una vastissima gamma di gesti che vanno dalla mimica del volto, alla danza, l’alunno potrà conoscere il suo corpo ed esplorare lo spazio, comunicare e relazionarsi con gli altri in modo adeguato ed efficace.[…] condividere con altre persone esperienze di gruppo, promuovendo l’inserimento anche di alunni con varie forme di diversità ed esaltando il valore della cooperazione e del lavoro di squadra.”