Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo

A teatro | Arese (MI), Sala Polivalente Centro Civico Agorà - BOEF & ASEN. Una specie di presepe vivente - dai 6 anni

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PDC - Edizione 2024-2025
compagnia: Barabba's Clowns
di: Norbert Ebel
drammaturgia: Ferruccio Cainero
cast: Francesco Giuggioli e Gianluca Previato
regia: Ferruccio Cainero
coreografia: Marco Muzzolon
durata: 70 minuti
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Scheda tecnica

Spettacolo a teatro - dai 6 anni

Data disponibile: 11 dicembre 2024, ore 10:30

Ulteriori informazioni allo 02 67397822 (AGIS lombarda) oppure scuola@agislombarda.it

 

Argomento spettacolo: Accoglienza, solidarietà con lo straniero, il profugo, pone interrogativi sul proprio egoismo, fa riflettere sul tema dell'ingiustizia, della persecuzione, delle guerre. 
 

Sinossi:
Siamo a Betlemme. È la notte di Natale dell’anno 0 o forse del 2020 o forse di sempre.
L’asino e il bue non è che ci capiscano molto di queste strane storie complicate che hanno gli esseri umani. Un re degli ebrei, un salvatore, soldati che uccidono bambini. Non capiscono la confusione che c’è per le strade e nemmeno gli interessa tanto. Solo sanno che c’è un bambino nella loro mangiatoia. Per starsene in pace e godersi il meritato riposo al calduccio dopo una giornata passata a sgobbare al freddo e al gelo, bisognerebbe buttare fuori questo fagottino urlante. Ma nessuno dei due ha cuore di farlo. Non resta che prendersene cura.
E chi lo fa? Be’ ci vuole una mamma. Già ma chi fa la mamma? L’asino e il bue tirano a sorte, ma non gli riesce gran che di fare la mamma o di fare il papà. In fondo nemmeno gliene importa poi di queste cose, si fa quel che si deve fare. L’importante è che il cucciolo stia bene.
 

Note di regia:
Lo spettacolo scritto nel 1999 da Norbert Ebel. È da anni un appuntamento fisso della stagione dell’Avvento in vari teatri europei e dell’America latina. Fino ad oggi il testo non era mai stato tradotto in italiano. La bellezza di questo testo è che chiunque può trarne giovamento e divertimento indipendentemente dalla propria cultura e back ground religioso. Questo presepe vivente insegna che non si può abbandonare un cucciolo nel freddo e nel gelo, sia che si sappia o non si sappia chi sono il Messia e Giuseppe e Maria o Mattia e Matilde o cosa rode al re Erode… boh! La notte è buia, la testa dell’asino e del bue si confonde…. ma non il cuore.
 

Spunti sul tema trattato:
Boef & l’Asen è una parabola dei giorni nostri sull’umanità troppo presa da sé stessa per riconoscere ancora un Dio presente nella sua vita. L’Asen e il Boef sono le semplici persone che lavorano sodo attendendosi a fine giornata un meritato riposo e un buon pasto. Fuori c’è il Natale diventato un tempo di forsennati che si dedicano ai regali, così come altri forsennati cercano il potere di un “Re dei Giudei” che non conoscono ma che diventa un pericolo per il proprio status. Ma dentro questa indifferenza permane ancora un’umanità che si interroga, che non riesce ad allontanare quel piccolo bimbo che è entrato nella mangiatoia del Boef. Un Gesù bambino che si presenta solo, senza genitori, indifeso e immensamente umano, dipendente da chi adulto gli sta vicino. Difronte a un bimbo indifeso si rimane imbarazzati, se il cuore direbbe di trovare una soluzione, la pancia comanda diversamente: buttarlo fuori al freddo: “M’importa un fico di quel che ho detto e di quel che hai fatto. L’importante è che quella cosa sia sparita e io possa finalmente cenare in pace”. Boef & Asen ci pone difronte all’uomo che è straniero e profugo. Il Boef e l’Asen ci fa riflettere aiutandoci a guardare oltre noi stessi. Ci offre quindi un messaggio preciso: quello dell’accoglienza. Che ci chiama ad abbandonare il nostro egoismo, il nostro star bene, il nostro IO dimentico degli altri. Ci richiama a preoccuparci di chi è profugo, di chi è in fuga, di chi si rifugia in terra straniera, senza sapere dove andare né avere qualcuno che lo possa aiutare. Quel bimbo richiama l’invito a ricordare la promessa di Isaia che ingiustizia, persecuzione, violenza e guerra non avranno l’ultima parola. E quindi potrebbero mantenere desta la speranza nella pace che il profeta ha promesso.
 

Analisi scene, costumi e scenografie:
L’ambientazione è quella di una stalla umile, popolare, vediamo una mangiatoia in legno, delle balle di fieno, una lampada a olio, dei secchi. I due protagonisti sono l’asino e il bue, gli attori li interpretano con caratteristiche umane, sia nel costume, sia nel carattere.

Suggerimenti letture, attività, approfondimenti:
Far seguire allo spettacolo un dibattito, capire insieme al pubblico quali sono gli elementi che hanno suscitato maggior interesse, fatto nascere domande.
Creare attività sul tema dell'accoglienza, per i più piccoli attraverso delle esperienze di gioco, per i più grandi con discussione in classe.