A scuola - ARRIVA CENERENTOLA - 3/7 anni
Spettacolo a scuola - 3/7 anni
Data disponibile: 12 novembre 2025
Per prenotare lo spettacolo, compila il form (attivo dal 2 settembre): https://forms.gle/qiudgvPnnNaNJHz47
Ulteriori informazioni allo 02 67397822 (AGIS lombarda) oppure scuola@agislombarda.it
Sinossi:
Annie, un’attrice famosa e narcisista e la sua assistente Miriam arrivano in un teatro dove scoprono che dovranno mettere in scena, a sorpresa, la storia di Cenerentola. Miriam esprime il desiderio di sostenere la parte di Cenerentola. Annie rifiuta la proposta perché crede che Miriam non sia capace, non sia all’altezza e non perde occasione di svalorizzare Miriam. Per fortuna interviene il tecnico del teatro che propone di fare una prova e di vedere come va. La prova comincia: Miriam che interpreta Cenerentola, si ritrova bistrattata dalla matrigna-Annie e da due pupazzi-sorellastre irresistibili e buffe. Il ballo del principe sarebbe solo un sogno se non intervenisse la Fatina (il tecnico del teatro) che saprà rivestire Cenerentola del più bel vestito per affrontare una serata importante: una buona dose di autostima e autoefficacia. Al termine della prova Annie riconoscerà il valore e la bellezza speciale di Miriam e la aiuterà a realizzare i suoi desideri.
Note di regia:
Molti conoscono la storia di Cenerentola, ma in pochi l’hanno sentita raccontare e vivere così.
La fiaba c’è tutta: matrigna, sorellastre, fata, rintocchi, scarpetta, principe; quello che è speciale è proprio la Cenerentola di questo spettacolo, così improbabile.
Cenerentola assomiglia a tutti coloro che hanno provato a sentirsi messi un po’ da parte, nella cenere, per l’appunto.
Cenerentola è triste, perché́ tutto e tutti le fanno credere di non essere capace, di non essere all’altezza; ma non è così! Ognuno di noi è speciale e può portare la sua particolarità̀ agli altri, anche la nostra Cenerentola. Certo, delle volte c’è bisogno della fatina che apra la strada, poi il resto dipende da noi.
Chi è la fatina? La fatina è quella persona che ti aiuta a capire che sei speciale, che ti aiuta a far emergere chi sei, che è presente nel bisogno, allora ti rialzi dalla cenere e incominci a ballare nella gioia della vita. Ogni persona ha il diritto di essere accolta per chi è, ogni bambino ha il diritto di essere circondato da fatine, ogni adulto dovrebbe sentire l’onore e la gioia di diventare fatina per tutti: bambini e adulti.
Lo spettacolo è caratterizzato dalla ricchezza dei linguaggi e dei rimandi alle forme teatrali: la parola, la danza e la musica sono le tre forme di comunicazione artistica che armonicamente dialogano e si rincorrono per tutta la durata dello spettacolo e che rimandano ai tre personaggi in scena. La parola che denota, che definisce, che controlla è in relazione al personaggio di Annie; la danza che si manifesta nei movimenti e in quello strano modo di esprimersi caratterizza il personaggio di Miram; la musica che genera paesaggi emotivi e va volare l’immaginario è invece legata al personaggio del tecnico e alla sua funzione maieutica.
Nello spettacolo sono inoltre presenti due pupazzi che hanno un ruolo comico, sono personaggi che offrono un punto di vista particolare, per la visione dall’alto offerta dalla “baracca”, e per la loro natura di pupazzi che li rende performers del gioco teatrale.
Alcuni elementi di giochi di clownerie a impreziosire le immagini dello spettacolo.
Spunti sul tema trattato:
Un percorso interessante è senza dubbio quello di conoscere le diverse versioni della fiaba “Cenerentola”. Oltre alle più note nel mondo occidentale dei fratelli Grimm e di Charles Perrault, o alla più antica Gatta Cenerentola di Giambattista Basile, della fiaba ci sono varianti riguardanti il nome della protagonista, come Ye Xian, la Cenerentola cinese; oppure non si parla di scarpina ma di uno zoccoletto d’oro come nella versione araba; spesso non c’è una fata-madrina ad aiutare Cenerentola ma un falco come nell’antichissima versione egizia. È interessante scoprire come uno stesso identico soggetto ritorni in molte culture: una persona privata della sua dignità̀, isolata, allontanata, perseguitata e sfruttata diventa il soggetto di una fiaba. Le numerose versioni di Cenerentola aiutano a comprendere che l’esclusione è «un dato umano» con cui molti (oso dire tutti i) popoli del mondo si sono confrontati e si confrontano, tanto da sentire il bisogno di dar corpo ad una fiaba in cui si parla di un’esclusa, Cenerentola per l’appunto, un personaggio capace di mettere in luce come l’esclusione è mostruosa non solo per chi è escluso ma anche per chi esclude.
È anche verro che i bambini hanno una visone “esclusiva” di Cenerentola (bella, bionda, leggiadra) La contraddizione lampante accettata dai più è quindi che un personaggio escluso possa essere esclusivo (solo le belle e perfette possono fare Cenerentola) questa costatazione può aprire un lavoro interessante su gli «a priori» da cui scaturisce l’esclusione; questi «a priori» appaiono definitivi anche per i bambini: «no, tu non puoi fare/essere Cenerentola perché non sei bionda, non hai i capelli lunghi, non hai le scarpe che brillano, non hai il vestito azzurro...». I motivi che generano l’esclusione, a ben vedere, appaiono futili, proprio come nelle diverse versioni di Cenerentola, eppure si radicano e determinano il pregiudizio, la chiusura, l’impossibilità di costruire una relazione che permetta di sorprendersi dell’altro.
Suggerimenti letture, attività, approfondimenti:
Leggere diverse versioni della Fiaba di Cenerentola e giocarle, può essere una curiosa scoperta per bambini e docenti, può aprire a capire cosa succede quando diciamo e sentiamo: “No, tu no perché sei/hai…”.
Fare un laboratorio in cui si chiede ai bambini di raccontare la fiaba di Cenerentola, così come se la ricordano, senza interrompere o correggere. Qui è importante attivare strategie comunicative che permettano a ciascuno d’intervenire.