A teatro | Milano, MTM Teatro Leonardo - SENZACODA, UNA STORIA SULLA DIVERSITÀ - 8/12 anni
Spettacolo a teatro - 8/12 anni
Data disponibile: 26 marzo 2025
Ulteriori informazioni allo 02 67397822 (AGIS lombarda) oppure scuola@agislombarda.it
Lo spettacolo racconta l’incontro tra un ragazzo che ama scrivere storie, forse un giovane Andersen, e una ragazza molto misteriosa che abita in una sorta di capanno, in una spiaggia abbandonata. Il ragazzo, suggestionato dalle storie che ha sentito raccontare sulle sirene dal vecchio saggio del paese, crede che la ragazza sia proprio una di quelle creature marine: bella e affascinante, non si mostra mai a figura intera, ma soltanto fino alla vita, parla e canta in un linguaggio a lui sconosciuto e sembra particolarmente attratta dagli oggetti che brillano.
Dopo un primo momento di diffidenza, grazie ai giochi, agli scherzi e ai racconti che si scambiano, tra i due nasce un’amicizia profonda. Il ragazzo inizia a scrivere una fiaba su una sirena (e qui si inseriscono brani tratti dalla fiaba “La sirenetta” di Andersen) che di giorno in giorno racconta alla sua nuova amica. Durante lo spettacolo, il dubbio che la fanciulla possa essere veramente una misteriosa creatura marina, cresce sempre di più, fino a quando il protagonista le chiede quale sia il suo segreto. La ragazza, allora, svela la triste verità: non è una sirena, non ha una coda variopinta, ma solo due gambe rese immobili da un incidente in mare.
Per questo si è rifugiata nel capanno e si è costruita un mondo tutto suo per paura di non essere accettata.
Tutto sembra precipitare, l’amicizia sembra compromessa per sempre, la magia si è rotta e tutto sembra dissolversi. Ma il ragazzo, spinto dal profondo affetto che li lega, decide di ritornare da lei per non abbandonarla mai più.
Note di regia:
Attraverso questo spettacolo vogliamo aprire gli occhi e il cuore dei nostri piccoli spettatori, mostrando il potere del desiderio, la forza dell’immaginazione e l’importanza di custodire per tutta la vita il lato infantile che è in tutti noi. Ma soprattutto abbiamo voluto presentare uno spettacolo sull’incontro con la diversità: chi parla un’altra lingua, chi arriva da un altro paese, chi ha un’altra cultura, chi non ha le nostre stesse abilità e viene automaticamente etichettato come dis-abile.
Fa parte della quotidianità incontrare o conoscere qualcuno che si presenti in maniera differente rispetto a noi. In particolare, anche nell’ambito scolastico accade spesso che in una stessa classe vi siano persone con problemi motori o di apprendimento, o persone diverse soltanto per nazionalità e cultura.
La prima reazione più ricorrente è l’imbarazzo e la chiusura, ma superata questa prima fase, si potrà riconoscere la profondità delle relazioni affettive e amicali, non quelle che si basano su una semplice omologazione di gusti e atteggiamenti, ma che si fondano su un sentimento vero e che traggono forza proprio dalla diversità.
Nel 2005 sono ricorsi i duecento anni dalla nascita di Hans Christian Andersen.
Abbiamo voluto festeggiarlo anche noi, con la messa in scena di questo spettacolo ispirato alla famosissima Sirenetta: una favola incantevole da molti critici considerato alla pari di un romanzo breve per struttura e stile letterario. Abbiamo lavorato a lungo sull’interessante biografia di Andersen e siamo venuti a conoscenza del suo amore per il mare e per i viaggi e soprattutto del suo bisogno di evadere dalla realtà. Abbiamo immaginati di vivere i momenti della creazione de La Sirenetta conducendo il lavoro su un duplice versante: da una parte è stata analizzata la fiaba parallelamente alla stesura del testo ad essa ispirato. Dall’altra parte gli attori si sono dedicati all’improvvisazione per creare il rapporto tra i due personaggi e rendere evidente lo sviluppo e l’approfondimento della loro relazione.
Poiché lo spettacolo è rivolto al pubblico più giovane, abbiamo utilizzato un linguaggio semplice e diretto. Abbiamo creato atmosfere sorrette dal gioco ironico fra i due attori, che di volta in volta, entrano ed escono dalla storia con disinvoltura, dando spazio all’aspetto ludico e teatrale.
Abbiamo voluto trattare anche un altro aspetto, che del resto appare lampante nella fiaba di Andersen: la difficoltà di crescere e di dover superare delle prove; la fatica di sopportare la trasformazione fisica e psichica, che si attua principalmente nella prima parte della nostra vita; il bisogno di affermare ciò che si è; la necessità di accettarsi.
Valeria Cavalli